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Visualizzazione dei post da giugno, 2020

Lettera d’Amore alla Mia Donna delle Pulizie (anche Soprannominata Donna Specchio)

Mia Cara Donna delle Pulizie, Ti voglio bene. Non me ne sono accorta adesso che non vieni più, eh? L’ho sempre saputo. Anche tu lo hai sempre saputo. E ho sempre saputo che tu lo hai sempre saputo. Ci capivamo. Ma la privazione del confino su di noi ha fatto meraviglie.  Ti ho pensato in questi mesi. Quando mi issavo sul ripiano della cucina per pulire la cappa – e prima di doverlo fare io, te ne parlavo come se fosse una cosa da niente. Quando mi dedicavo alla meditazione immobile dello stiro, meditazione bikram , in questi ultimi giorni, che puo’ raggiungere i 60 gradi. Fra i boffi di vapore degni della sauna di un Relais & Château, mi sono ricordata del nostro primo incontro, del primo incontro con tutte le altre Donne delle Pulizie che ci sono state prima di te.  Vi venivo a prendere all’RER per spiegarvi la strada, per accogliervi bene. Vi raccontavo un po’ la mia vita per mettervi a vostro agio. Cercavo di fare la navigata, spiegandovi quello che mi aspettavo d

ALFABETIERE SOCIOPOLITICO PER BEBÈ

Oli ha 4 anni. Yoko ne ha 2. Emmezzo tutti e due - ma non facciamo le mamme fissate con l’enunciazione dell’età del figlio! Fanno merenda accucciati ai capi del tavolino del salotto, su pouf imbottiti che sembrano trespoli per passerotti. Sgranocchiano a corrente alternata cucchiaiate di cerali improbabili. Che sembrano sempre troppo croccanti per le loro guance piene di sonno. Rivoli di latte Esselunga colano lascivamente sui loro menti incuranti. Palpebre rosa cedono a ondate sotto il peso del pisolino rimasto, come piccole tende da campeggio fissate male nel vento del sonno. I cucchiai da grandi tenuti con la grazia buffa delle loro mani sembrano mestoli. Macinano sgonfiotti nei mulini delle loro mandibole, mentre le teste arruffate vibrano a ritmo. I ciuffi cotonati dal cuscino si aprono sulle loro orecchie come foglie d’acanto selvagge, così sembrano due bonobini che masticano noci su un ramo.  C’è una specie di assorta meditazione nella presa dei pasti come la fa il bamb

Le ali (di Pollo) della Libertà. Per l'Uomo che deve chiedere Sempre.

Certo, la storia della libertà è una vecchia presa in giro. Voglio dire hanno sempre cercato di vendercela. Probabilmente ancora prima della televisione. E guardacaso sempre quando ne avevamo più bisogno. Sono sicura che nelle dittature tutti i profumi sanno di libertà.  Non aveva le ali il Carefree, l’assorbente delle paracadutiste? Che pronunciavamo tale e quale, perché negli anni Ottanta mannaggia a noi non avevamo integrato bene che si doveva dire cheirfrii, le ragazze avevano ancora paura del Tampax e preferivano sentirsi libere - e ancora vergini- a cavalcioni di rotoli di cotone bucherellato spessi come canotti lanciati sulle onde lunari del ciclo.  Non doveva forse chiedere mai, l’uomo? Certo che no, che libertà avrebbe avuto se no? Bastava che comprasse il profumo, ma per il resto poteva fare esattamente quel che gli pareva. O no? O la mascherina sono anni che l’abbiamo già messa, dentro ? E Red Bull, non ti metteva le ali , Red Bull? Quello che sto cercando di dire,