QUELLO CHE HO FATTO FINORA PER NON IMPAZZIRE (O PER IMPAZZIRE PIU IN FRETTA)
Ma toh, ma che insospettabile creatività è scaturita da questo confino nella nostra routine quotidiana! Che momenti, anche, di decadente deriva igienico-morale. Ma consideriamo i primi, e negligiamo i secondi! Che ho fatto dunque in questi per noi sedici giorni di confino, per ingannare l’accidia, il panico, l’orrore e la paura di morire, o, se ancora in vita, di ritrovarmi senza orpello alcuno davanti allo specchio spirituale, naso a naso con la vera me -chiunque ella sia- ? Dunque. Feci la scuola a Olispero. Gli insegnai a leggere, a scrivere, a far di conto e a cucire. Ultimai il servizietto da tè fatto di Das e dipinto a olio per Boulette. Poi cercai di impedirle di portarlo davvero alla bocca. Constatato che servire il té le piaceva molto più del previsto – e in special maniera servirlo a papà - per compensare, la allenai a fare dichiarazioni #MeToo contro quel porco sciovinista di suo padre. Filmai i risultati col cellulare. Realizzai con entrambi i par