Confino Mon Amour


All’inizio del 2020, una pandemia senza precedenti attraverso’ il pianeta. Un virus sconosciuto, imprevedibile. Contagiosissimo. I politici consigliarono seri di lavarsi le mani. Di non baciarsi più. Di sostituire le strette di mano con avvicinamenti di gomiti o perfino di talloni. I rapper, esperti in materia, guardavano perplessi. 
Dissero anche che colpiva anziani e gente già debole di suo. Grazie alle loro uscite, il virus non fu preso sul serio. Poté cosi’ diffondersi a velocità impressionante, fino a riempire gli ospedali. Cancellarono eventi sportivi e concerti, chiusero teatri, piscine, parchi. Chiusero scuole e negozi. Chiusero ristoranti. Caffè. Cinema. Chiusero frontiere.
A un certo punto, paese dopo paese, ci ordinarono di restare in casa.
Fino al treaprile.
O per quindici giorni.
O fino a che non ve lo dice l’esercito.
Per sei settimane.
Fino a nuov’ordine.
Conta fino a sempre.
Divento’ illegale, e multato, uscire di casa senza un motivo valido, o allontanarsi per più di un chilometro, o servirsi di una bici. Molti smisero di andare a lavorare. Medici cominciarono a pubblicare i resoconti delle loro giornate e le foto delle loro facce coi segni delle mascherine portate per ore. E allora credemmo. E ci spaventammo. Assaltammo i supermercati. Rubammo i gel igienizzanti e le mascherine antivirus. I farmacisti le misero a un prezzo che faceva venire voglia di rubarle.
Tendemmo a smettere di ragionare. Ci mettemmo a cantare ai balconi o a applaudire gli infermieri. Criticammo gli altri paesi e facemmo peggio. Cucimmo mascherine e avvertimmo chi non ci era ancora passato, che non ci avrebbe creduto. Avevamo tutti paura di morire. Avremmo obbedito al Grande Fratello anche se si fosse chiamato Grande Suocera. Anzi, ci avrebbe fatto anche più paura. Alcuni cominciarono a sognare un mondo senza contatti; e si misero a costruirlo. Zero contatti, zero virus, solo controlli, confino per sempre, confino Mon Amour.
E ci sono anch’io, qui in mezzo, sono quella che scherzava, che sdrammatizzava; quella che sta uscendo dal più piccolo alimentari del circondario con 4 pacchetti di Puffi Haribo – colorati all’estratto di spirulina, for what is worth.
Quattro pacchetti di Puffi e un’idea fissa. Non posso morire senza nemmeno aver tenuto un blog.
Anche che nessuno legge, anche per rileggermi da sola idee e domande che vorrei trovare scritte da qualche parte, e che non trovo. Poi arrivo a casa, addento un Grande Puffo e ovviamente mi attacco a Facebook.
E ci trovo mia cugina, vent’anni, che scrive: “Promettetemi che quando tutto sarà finito comincerete a vivere davvero”.
E ci trovo il mio amico Beppe, disperato: “Non so più che cosa fare chiuso in casa”.
Ecco. Magari lui mi legge. Magari mi manda affanculo. Chi puo’ dirlo.

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