Piccole illuminazioni di inizio confino



Nei primi giorni di confino non sei abituato. Non realizzi le tali e tante conseguenze di dovertene stare chiuso in casa. “Confino totale” è la classica espressione un po’ vuota, che ti fa sorridere – mannaggia a te- e alla quale ti viene spontaneo rispondere, almeno nella tua testa: Ma vaaaaa...Adesso...Totale... Pensi al dottor House, che scovava sempre vaïrus sconosciuti, ed era l’unico a saperli curare, e ti viene da chiederti, sempre con quel cazzo di sorriso che non se ne vuole andare (come l’odore di un bisogno canino inavvertitamente pestato sul marciapiede), “ma dov’è il dottor House quando serve?”. Chiami gli amici italiani, per sentire un po’ il polso della nazione. Capire se di tanto in tanto ti puoi permettere di continuare a sorridere, o...o no. Sondi il terreno, senti un po’ cosa si dice al paese tuo, quello che due settimane fa scuoteva la testa, quello dove accadeva di sentir dire che “li abbiamo visti tutti i cinesi mangiarsi i topi vivi”. Gli amici italiani non hanno esattamente aiutato a farsi un’idea precisa della virussituazione. Brevi estratti esemplificativi del sondaggio italiano.
Amica: “Qui nessuno va a correre.”
Io: “ Neanche vicino? E da solo?”
Amica: “E se incroci qualcuno?”
Io: “Ma lo vedrei da lontano. Lo eviterei...E comunque non c’è nessuno...”
Amica: “Beh. Magari c’è un perché, se non c’è nessuno”
Io: “Ma in aperta campagna. Senza fare neanche i sentieri...”
Amica: “Cioè corri sull’erba?”
Io: “Sull’erba, sulla terra....”
Amica: “E se inciampi?”
Io: “Eh?”
“Se inciampi. Se ti rompi una caviglia e devi andare al Pronto Soccorso? E ti guardano tutti male mentre ti ingessano? E poi ti portano i risultati delle analisi. E scoprono che hai il Covid asintomatico? E contagi tutto il reparto? Non ci avevi pensato cazzo, non è vero?”.
Penso che uno potrebbe anche tenersi la caviglia rotta senza per forza chiamare il Pronto soccorso. Penso che uno a questo punto puo’ inciampare anche sulla strada per il supermercato, o prendendosi il piede nella ruota del carrello della Coop. Ma non glielo dico. E’ già abbastanza incazzata. Provo a chiamare il mio ex rimasto in buoni rapporti, quello che ti faceva sempre ridere. E ti rassicurava.
“Noooo, non c’è niente da temere. Certo, si deve stare in casa. Certo, i più deboli ci restano secchi. Poverini. Ma insomma per dire, mia madre mai stata meglio, e la sua età ce l’ha. Sempre bene sta, quella stronza. Poi si insomma, la situazione ha i suoi lati positivi. Hanno messo YouPorn illimitato e gratuito, per esempio. Gran cosa.”
Insomma, fra onano-entusiasti e socio-avvelenati, mi sento molto confusa nel mio inizio di confino. E poi, piano piano, arrivano piccole illuminazioni di realtà. Piccole staffilate che mi sorprendono ogni tanto, e li’ capisco che cosa vuol dire confino. Brevi estratti esemplificativi di conversazioni interiori:
-        Ora che c’è un po’ più di sole potrei portare i bambini in piscina. L’ultima volta mi hanno messo la testa sott’acqua. E’ chiusa la piscina. Cazzo è vero.
-        Potrei chiamare la tata Justine che venga un paio d’ore e andarmi a vedere The Gentlemen con mio marito. E’ chiuso pure il cinema cazzo.

Poi sembra istaurarsi un magico dialogo palleggiante fra i miei pensieri e le notizie alla radio. Breve estratto esemplificativo:
Pensiero: “Beh, due settimane di confino, si puo’ fare”
Radio: “ Il consiglio scientifico preconizza dalle sei alle otto settimane di confino perché l’efficacia della misura possa....”
Pensiero: “A questo punto dovrei proprio passare in farmacia a prendere un paio di maschere”
Radio: “ Scandalosa penuria di maschere che obbliga il personale sanitario a rischiare il contagio nell’esercizio del proprio...”.

E infine ricevi con tristezza gli ineluttabili segnali che non stai vivendo un’epoca tranquilla. E li ricevi, com’è ovvio, dai tuoi figli.
“Mamma..Cos’è una dittatura?”
“Quando...quando qualcuno ti detta quello che devi fare. Parola per parola. Lettera per lettera. Capisci? Non puoi più decidere tu. Ma dove l’hai sentito? Alla radio?” Maledetta radio.
“No. L’ha detto papà”
“Ah.”
"Prima di uscire per andare a correre. Mamma. Ma tu sei contaminata?”
“Ma tu lo sai cosa vuol dire contaminato, spanciolino mio?”
“Si che lo so. Vuol dire che ti sei beccata il virus”.
“Si. Vuol dire quello. Ma fai le corna, spanciolino, fai le corna”
“Che cosa vuol dire fai le corna?”
“Fai cosi con le dita. Verso giù. Fallo, che dopo ti spiego”.


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