Tre Per Due


La Fase Due cerca già di spaventarci, con quel nome lì, imbarazzante, strombettato, da film americano.
Ma ci sta, perché è proprio Due il numero che ti frega. 

Quando ti metti a contare, sei a Zero, non sei ancora partito. Sei fermo, ma tranquillo. Se non cominci, non puoi mai sapere.
L'Uno è la novità: spingi nella terra il seme, muovi il primo passo della marcia. 
E' la promessa del viaggio. Ti sembra che puoi ancora fare quello che vuoi. Ti senti bene: tutto è appena cominciato, la cosa libera le sue endorfine.

Due inaugura l’abitudine, la ripetizione, il circolo vizioso, la nuova normalità. Due è il presentimento del Sempre. Non c’è forse mai Due senza Tre? Due è “aridaglie”. Ci risiamo. E’ la prima delusione dopo la prima risoluzione. 
Uno è la generale, chissenefrega, era una prova. Ma Due è il giorno della prima.
A Uno avevi l’alibi. È tutto nuovo, non capiamo, non ce lo aspettavamo. Una situazione senza precedenti. Ci adeguiamo, per questa volta, perché mica sappiamo come fare. Solo per questa volta. Sbagliare è umano. Ma a Due perseveri. Se non ti scuoti a Due, continuerai a dormire.  
Due è la tentazione, puoi prendere Tre e pagarlo Due, allora conviene, così tu prendi ogni informazione e vai avanti. Prendi Tre, e paghi Due. Ma lo sai cosa hai comprato?

Non so da quanto tempo non me lo sto più chiedendo. Temo, quindi sono. Temo, quindi compro. Io una volta non compravo le idee per riflesso, per fame nervosa, per fame paurosa.
Io una volta preparavo, mi lasciavo il tempo di desiderare, di considerare. Le mie paure, sì, ma anche quelle degli altri, e poi il bisogno, la fecondità, l’opportuno, l'equilibrio. Non c’è più una decisione, fuori, che sia commisurata al problema per cui viene presa. Pensare è illegale.

Pensare era prendere il tempo dei numeri decimali. Piccoli passi pazienti, numeretti con la virgola, dubitativi, attenti.
Oltre che contare e temere, quando pensavi potevi cambiare le cose, quello era il calcolo: evitavi l'eccesso con la sottrazione, addizionavi per rinforzare, moltiplicavi per dare frutto, dividevi per farti un’opinione.
Questa era la vita. Adesso afferriamo scatole e scatole di Nonsochecosè. In confezioni da Tre.
Sono le decisioni altrui, o sono le voci, non meno balorde, delle nostre paure. Senza la lista degli ingredienti. Ma noi prendiamo lo stesso: è in offerta. Li pagheremo solo Due.

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