The List - La Lista


In questo Tempo di Mezzo, Mezze Libertà, Mezze Verità, MezzEtà - ma questa non è colpa del confino- mi piace ritornare ai primi tempi. Massimo tre mesi fa, ma sembra già epopea.

Compilai una lista, improbabile, ma vera. Con le reazioni delle persone quando ho detto che mi ero ammalata. In quanti modi può reagire la gente, quando gli dici: “Ho il Coronavirus”.

Non volevo fare outing per scioccare, non volevo far notizia. Volevo non sentirmi di nascondere qualcosa, di dovermi vergognare. E magari sdoganare un po’ la cosa. Incoraggiare eventualmente altri a parlarne. ‘Chè avevo la tenace impressione, che questo virus contagiosissimo, stesse facendo una strage, ma solo alla radio, solo alla tivù. Io dico, una prozia, la nonna del vicino, un’ex-collega, un ex e basta? Com’era possibile che attorno a me nessuno ce l’avesse? Forse potevamo diventare tutti un po’ più franchi.

Mi aspettavo un tradizionale “Poverina”, un affettuoso “Come stai?”, un eroico “Hai bisogno di qualcosa?”. Ma la natura umana non gira così. La natura umana gira che: chi ti ha visto ultimamente, prima di tutto ha paura che tu gliel’abbia attaccato, e ti tempesta di domande per appurare l’esistenza di quel rischio. L’idea di chiederti come ti senti non li sfiora. Insomma, sei contaminato, non è già più nemmeno sicuro che tu sia ancora un essere senziente.

E chi non ti ha visto ultimamente, il più delle volte non ti crede. Ti chiede se hai fatto il test, gran cavallo di battaglia. Vuole le prove, il certificato, il diploma di contaminato. Quando gli dici che no, che non lo hai fatto il test, che ci hai provato ma che ti hanno detto che test non ce ne sono, che costano troppo, che sono finiti, allora si trattengono, ma la domanda che gli brucia in petto, o sulla lingua, o dove diavolo gli brucia, è: “E allora, come fai, a sapere che ce l’hai? Sarà mitomania”. Ma i sintomi ce li ho, sto male amico mio, ce l’ho davvero, te lo giuro!

Poi globalmente c’è un terzo macrogruppo: quelli che, PUR non avendoti visto ultimamente, pur vivendo a migliaia di chilometri da te, prima di tutto hanno paura che tu possa averglielo attaccato. Lo stesso. Anche per telefono. Anche col pensiero. Costoro il più delle volte sbarellano, come si sarà compreso, si abbandonano al terrore panico della contaminazione, perdono ogni contatto con la realtà e la logica, e possono avere reazioni al limite del surreale.
Ma conosciamoli meglio:
LE REAZIONI
-      -   Sandrine (l’amica di PandeAmiche1): “Addirittura!”
-       - Sabine (l’amica di PandeAmiche2): “Ma hai fatto il test?”
-       - Christelle (chiaro esempio di gruppo 3): “Ma dove lo hai preso?”
-        - mio fratello (detto l’Empatico): “Io sto bene”
-        - mio figlio, 4 anni: “Senti mamma, ma che palle la radio con questi messaggi Allerta Covid! Dài, metti Radio Blues!”
-       -  mio fratello (dopo essere uscito da sé stesso): “Ma il dottore, che cosa ti ha detto?”
-       -  amicaglia varia e eventuale: “Ma hai fatto il test?”
-      -  mia figlia, 2 anni, in preda a ridarola squillante: “Cojonavijus!” – dubbio che mi stia dando della cogliona in romanesco.
-       - mio fratello (dopo avermi infine creduta, ed aver fatto la sua scelta per il gruppo 3): “Ma il medico, ti ha consigliato di restare a casa?”. Ricordo, per chi, come mio fratello, avesse passato gli ultimi mesi sul Pianeta Panico, che hanno-già-costretto-tutti-a-restare-a casa.
-        - il medico in questione (mio medico in-curante): “Hum..Sì, signora...sì...Potrebbe avere un pochettino di Covid...”
-       -  mio padre: messaggio whatsup cancellato. E mai riscritto.
-        - mia madre: invio di un video sulla ricostituzione medievale del palio nel borgo di Bisignano, Cosenza. Amo i miei genitori perché restano sempre e comunque irriconducibili a qualsivoglia gruppo costituito.
-       -  Due zii, tre zie, ventun cugini di primo grado (mai informati): “Ma come stai? Sei all’ospedale? Sei intubata? Respiri ancora? Ma hai fatto il test? Non abbiamo capito bene quello che ci ha detto tua madre, in mezzo ai pianti”.
-        - il mio analista: “Si riguardi Bergman. Il Settimo Sigillo”.
-        - Giorgia Grifoni,: “Mi dispiace tanto, tesoro. Fammi sapere”. Successivamente contabilizzata come Reazione Normale n. 1.




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