Che Cavolo hai fatto Hedwig?
Ma guarda, era
qualche ora che non vedevo palesarsi un nuovo sintomo da Covid-19. Se non se ne
va questo virus, ormai comincero’ a chiamarlo alla parmigiana, con amicizia: il
Còvio.
Oggi mi sono
svegliata e ho capito subito che mi era venuta fuori una grandissima,
pruriginosissima, esantematica empatia.
All’inizio non
sapevo cosa fare. Poi mi sono concentrata per smettere di grattarmi – che se funziona
come con la varicella poi mi resta il segno! - ho respirato e mi sono
rilassata nei panni della persona in cui mi ero inspiegabilmente messa.
Non ho mai
sentito parlare del paese di Graulhet. Dev’essere un paesino, nel Tarn. È
proprio un nome da paesino piccolo. Non avevo neanche mai avuto 79 anni. Altro
che Covid! Passaggio sotto uno schiacciasassi, ecco a che cosa somiglia. Ho conosciuto
anche mio marito a 90 anni, per effetto di questo improvviso accesso di
compassione. Non si chiamava Tre, si chiamava Jean-Jacques. Per il resto era proprio
lui. E che carino tutto insenilito cosÃ. Lo amavo
proprio, quel vecchio caprone decrepito.
Quando era andato in casa
di riposo, ci era andato con le sue gambe, di testa sua. Mi aveva schiaffato in
mano il deambulatore con raptus beffardo, per farsi l’ultimo vialetto da uomo
autosufficiente, da Uomo, senza sostegno. Avevo guardato un attimo il cimelio
che tenevo in mano come se fosse la frusta di Indiana Jones. E io, la Jones
Girl del momento. Si era addossato a qualche pioppo a metà strada, fingendo
fieramente di dover fare pipà (e io a reggergli il gioco, ah, ma questa
vescica, tre volte in sei metri...ah...l’età !). Peró ce l’aveva fatta, alla fine, il mio
Iron Man, e io avevo sollevato l’aggeggio in segno di trionfo, slogandomi
subito una scapola.
Si era occupato lui di
me, dall’interno, dalla sua nuova residenza medicalizzata – come amava
ironizzare. Mi diceva che era un’avventura, che era come essere di nuovo
fidanzati, che dopo 50 anni di matrimonio sÃ, ero carina, ma anche che palle!,
e io ridevo, ridevo da slogarmi la dentiera.
Gli lasciavo le sorprese
sotto al cuscino quando me ne andavo la sera, gli piazzavo palloncini all’elio
alla finestra per gli anniversari delle coloscopie, insomma, come sempre negli
ultimi 50 anni, alla fine aveva ragione lui: la sua reclusione nella casa di
riposo era una figata.
Poi scoppio’ il Covid, e
ci andammo di mezzo anche noi. Non avevamo paura di ammalarci. Lo eravamo
stati, eravamo guariti. Avevamo perso amori più giovani di noi, per malattie
che invece avevano deciso di non lasciarli guarire. Sapevamo che già la vecchiaia
poteva essere tutta una grande, interminabile infermità . Ma chi si aspettava
che saremmo diventati dei fuorilegge, a pensarla così?
Da quando era iniziato il
confino, avevano formato una “cintura di sicurezza” attorno alla struttura.
Attorno a Jean-Jacques. Quel giorno non avevo neanche palloncini, avevo una
lavagnetta per scrivergli da lontano notizie dei figli. Quel dannato Jean-Jacques
ci vedeva ancora benissimo. Ma non gli lasciarono nemmeno aprire la finestra. E
col vetro in mezzo, no, non riusciva a leggerle. Me ne andai gracchiando ai
poliziotti: “Se mi aveste visto come venivo per gli anniversari, allora! Per le
nozze di diamante avevo sessanta palloncini taglio Marquise, sessanta!”. Non
hanno riso.
I cellulari, dite? Ci
sono i cellulari? Ma giovinastri allattati a emoji che non siete altro! Me lo spiegate cosa avete
in testa, un cestino con tutte le vostre vecchie autodichiarazioni dall’inizio
del confino? Ce l’ho, un cellulare. A Jean-Jacques lo hanno vietato. Un nido di
germi, hanno detto. Comunque c’è anche un sorriso, un sopracciglio che si piega,
un tono di voce, una tossicchietta, la carne e le ossa, madonna balenga! Ve lo
devo dire io, alla mia età ?
Gli agenti che mi hanno multata, anche loro erano dei rognosetti come voi. Gente che in confino ci sguazza. Che si sente di salvare il mondo. Che magari si confinava da sola pure prima. Io glielo avrei spaccato in testa, il cellulare. Altro che misure di sicurezza. Altro che cento-trenta-cinque euro di multa per aver voluto salutare mio marito alla finestra – chiusa- della sua casa di riposo.
Avrei dovuto farlo. Vedi
che anche alla mia età puoi avere dei rimpianti!? Pensa, farmi arrestare; la
faccia del moccioso in divisa coi pezzi di cristallo liquido nei capelli.
La faccia di
Jean-Jacques, quando lo avrei chiamato dal commissariato.
“Che cavolo hai fatto,
Hedwig?”
Ho fatto che sono una
romanticòvid.
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