Corona di spine
E la Pasqua, ne vogliamo
parlare?
Questa poteva
essere la prima pasqua di cui Olispero avrebbe conservato ricordi consistenti.
L’anno scorso
aveva tre anni, come si fa a scendere nei dettagli fisici e metafisici del Triduo
Pasquale...
-
-Hai
visto che bello Spanciolino! Cristo è risorto! Christos Anèsti!
-
-E che
cosa vuol dire che è risorto?
-
-Beh,
che prima era morto e poi è tornato vivo...
-
-E che
cosa vuol dire che è morto?
- -
...
No, non si poteva. Anche se ricordo bene che era rimasto molto impressionato da tutto il
coté tortura della passione cristica, spine, costato e compagnia.
Ricordo anche che
avevo optato, stolta, per la briosa decorazione, previa svuotatura, di numero ventitre
uova di gallina – la ventiquattresima era andata persa durante l’operazione di
svuotamento.
L’attività, di antico sapore anglosassone, aveva appassionato il
Truciolo per numero dodici secondi, forse tredici, per poi disinteressarlo
disperatamente.
Ricordo di essere
rimasta, con l’altro bebè solidamente fissato a una tetta, a cesellare e a
miniare per ore il lotto di uova francesi allevate en plein air. Di averle
disposte con cura in mezzo alla paglia, e fotografate. E basta.
Ma quest’anno sarebbe
stato tutto diverso.
Lo sentivo.
Avremmo dipinto
sulle uova ritratti new-age di Gesùcristi neri con le dita a V.
Avremmo
augurato Buon Equinozio a Ina May Gaskin in videochiamata con The Farm.
Avremmo potuto. Ma
adesso col Covid che si aggira per le strade (stamattina su France Bleue hanno
detto cosi’, giuro...)...Adesso come
facciamo a dipingere Gesù con la Corona di spine... Fra tutto quello che
gli hanno fatto, non credo che i soldati romani gli abbiano inoculato anche il Sars2%§Vid#Cov.
Voi per Pasqua
che fate?
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