I Monologhi dell'Angina o Un pochino di Covid
Siccome continuavo
a tossire, e a sentirmi stanchissima, e a starnutire come il settenano Eolo in
un gulag siberiano, e a non poter far altro che guardare impotente mio marito
allontanarsi da me ogni giorno, ogni ora, ogni minuto di più, accettai il suo
pietoso consiglio.
Chiamai il
dottore.
Già era innaturale
che il mio un tempo impavido marito continuasse a temere, e a temere, e a
temere sempre più.
Tutto ‘sto pavore
è partito quando abbiamo ascoltato insieme il discorso di Macron, seduti sullo
stesso divano – non lo sapevo allora, ma era l’ultima volta che saremmo stati
cosi’ vicini. Saperlo... Gli sarei saltata a cavalcioni e avrei consumato tutto
il consumabile prima del famigerato “Siamo in guerra” presidenziale (perché è
stato li’ che Tre ha cominciato a impanicarsi).
“Siamo in
guerra”. Come biasimarlo. Ma chiamare il dottore, insomma...stava esagerando. Se
penso che ero io a doverlo implorare di vedere un dottore quando usciva a
correre sotto i peggio temporali e tornava fracico e poi si aggirava per casa
paonazzo e febbrile come Jack Nicholson dopo il morso del lupo.
La videovisita
dal dottore non ha fatto che aggravare l’inquietudine.
Non è col dottore
che ce l’ho, eh? Non ancora, a questo punto della storia...
E’ la
videoconsultazione in sé stessa...Un tempo c’era quella cosa che si chiamava
esame autoptico, sembra autopsia ma non c’entra niente, è semplicemente che il
dottore ti guarda e ti palpa, e ti chiede se fa male li o li o li.
Insomma, gioca
fisicamente il suo ruolo di dottore. E non “gioca al dottore”. E non guardatemi
con malizia, che l’astinenza cui mi ha obbligato mio marito non è poi cosi’
insormontabile da farmi vagheggiare palpeggiamenti autoptici. In più il mio
dottore è un vecchietto e proprio non mi sembra decoroso. No, io in tutta
onestà vorrei soltanto una visita...
Pero’ certo,
viste-le-circostanze, non andrei mai in un rischiosissimo studio medico se non
in fin di vita, e allora mi faro’ videovisitare, che dobbiamo fare?
L’applicazione Doctolib mi ha detto di prepararmi alla consultazione mettendomi
davanti alla telecamera dieci minuti prima – inquietante, perché? Il dottore mi
vuole osservare senza che io lo sappia? Sorprendere il virus inosservato, che
se si sente spiato si nasconde?
Non sapevo proprio
dove accoglierlo, il dottore, in casa. Allora d’istinto mi sono seduta sul
letto, come da bambina quando mia madre chiamava il dottore di famiglia che
veniva a casa, si chinava sulla piccola febbricitante nel letto e rifletteva
un’ora davanti alle mie tonsille ipertrofiche.
Poi abbassava lo
sguardo, si toglieva gli occhiali e si premeva la cima del setto nasale fra
pollice e indice, preparandosi cosi a “scrivermi” l’antibiotico, con l’aria
sconfitta di chi ha dovuto ricorrere alle maniere forti non perché voleva, ma perché
ve lo avevano costretto. Ovviamente dopo un bel tampone. Perché era cosi’ che
si davano gli antibiotici, una volta.
Adesso i dottori di famiglia hanno
quattordici anni e ti credono sulla parola, dopo due minuti di chat ti mandano
il link per comprare gli antibiotici su Amazon, che dopotutto sono cazzi tuoi,
è tuo il corpo.
Ecco, sento un trillo
e vedo che il dottore si è materializzato puntualissimo sullo schermo del
cellulare, riportandomi bruscamente a un presente di tosse, starnuti, Covid.
Spiego e spiego e in questa spiegazione ricorre almeno tre volte la parola “tosse”.
Finisco di
spiegare e il videodottore mi domanda come prima cosa se ho la tosse.
Resisto a
tentazioni di risposte alternative includenti insulti e minacce, rispondo
efficace e rispettosa come si aspettano che risponda Richard Gere quando si
arruola nell’aviazione. Dopotutto che mi importa se il dottore non mi ascolta,
oltre a non potermi autopticare...Voglio solo sapere se ho il Covid!
“Dottor Sergente
Istruttore, insomma, che ne videopensa... ho il Covid?”.
Adesso. Giuro, e
sottoscrivo, che quello che sto per riportare in questa sede è l’esatta
trascrizione di una reale diagnosi medica, seriamente emessa da un medico
riconosciuto universalmente come gran professionista, il quale mi ha risposto:
“Oh
Oui, vous avez sûrement un petit peu de Covid.
Et…un petit peu d’angine, de rhinofaryngite…Un petit peu
de tout »
Ho un pochettino
di Covid... E anche un pochettino di tonsillite, e di faringite... UN
POCHETTINO DI TUTTO ?!?
Cosi ha detto, il
sergente videodottore dei miei covidioni. E giù antibiotici.
Tre pensava che
scherzassi.
Mi ha afferrato
le mani, le mie piccole mani nelle sue mani grandi e avvizzite dal gel
idrolitico e dal bricolage selvaggio, le ha strette forte forte e mi ha detto:
“Vedi Due, siamo
soli al mondo. Possiamo contare solo su noi stessi”.
Poi si è
ricordato che avevo il Covid, ha ritratto le zampacce ed è scappato urlando a cospargersi
d’alcol a 90%, che manco Macbeth quando si strofinava via dalle mani il sangue
dei suoi omicidi.
“Ha...Ha detto
solo un pochino, Tre” ho balbettato.
Il resto è
angina.
La visita medica su Skype ha i suoi vantaggi. |
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