Com'รจ Durina l'Avventurina
E sembra sia quello che in questo
momento va pensato.
Microagricoltura, microeconomia,
microturismo. Ci aspetta un futuro piccolo piccolo.
E la gentolina ancora rinchiusa
sembra tutta felicina felicina di questo futurino sicurino.
Tutto tranne un’altra epidemia,
un altro conf-ino.
Io pero’ avevo basato lo zoccolo
duro della mia modesta esistenza, E POI ANCHE della mia linea educativa
genitoriale, sullo spirito d’avventura. Il piacere del viaggio. Il gusto
dell’esplorazione, e altre simili oscenitร .
Fin dal bordo della culla, usavo
sbilanciarmi coi pargoli in descrizioni sognanti di posti lontani e fiabeschi,
dove – precisazione ogni volta obbligatoria- saremmo naturalmente andati
insieme, un giorno.
E mi spaparanzavo nella
meraviglia nei loro occhi. Nei loro avambracci, subito piรน stretti attorno al
collo del peluche di fiducia, per dirgli “Non preoccuparti, Attila, portiamo anche
te”. Attila รจ il peluche.
“Mamma, Attila ha le stelle agli
occhi da quello che gli racconti”. Come se le stelline bianche
serigrafate negli occhioni della bestia di poliestere non fossero frutto di
scelte estetiche del designer giapponese della Mattel ispirate ai canoni della
realtร aumentata, MA BENSI' effetto dei racconti di viaggio di mamma.
Usi, costumi, agrumi, lerciumi...
la gentilezza spiccia e onnipotente dei tailandesi, lo stupore tropicale dei
vietnamiti, i pho bollenti, i fondali tremendi, le foreste cattedrali
attraversate da animaloni in libertร . Vieni da mamma che ti aumenta la realtร raccontandoti quanto mondo resta da vedere per un quattrenne avventuroso.
Ma adesso si racconta che gli
animali selvatici – non contenti di poterti sventrare con una zampata- trasmettono orribili virus ai turisti
mangiando loro in mano.
Che non si potrร piรน prendere
l’aereo se non passando sotto un health detector, una specie di robot
dottore, che spiffererร agli agenti la tua condizione di salute.
Il signor -Rossi-Talrico- รจ
pregato di smettere di fumare -per ottenere l’autorizzazione di imbarco al
terminale 3.
Il signor -Schuler-Max- ha messo
troppa senape sui suoi crauti-non-consentiti -due-giorni-fa. Livello-di-colesterolo-superiore-ai-limiti.
Imbarco-non-consentito. Spiacenti. Speriamo di rivederla presto a volare con
noi.
“E non ti sembra fantastico, Due?
Niente piรน virus! Niente piรน gente ammalata, o confinata. Niente piรน morte”.
Tutti finalmente costretti a scoppiare di salute.
Ci andremo insieme, un giorno. Ma adesso quel giorno รจ diventato un giorn-ino, e
nessun aereo saprร andare cosรฌ veloce da portarci laggiรน e farci ritornare in tempo.
E tutto quello che ci stava in mezzo.
Niente epidemia, va bene, grazie,
ma anche niente vita.
“Sciocchezze, Due. Ragionamenti
da privilegiati”.
No Corona No Party.
“Ora smettila, Due. Non sai
quello che dici. Tu non hai visto i camion refrigerati. Tu non ti rendi conto”.
Viviamo ormai in una societร
distopica gestita dai miei Genitori, in cui la mia sensazione di incomodo –
dato e subito- รจ esattamente la stessa di allora. Certe mattine ascolto gli
aggiornamenti alla radio, in altre parole tutto quello che non si potrร fare
MAI PIร, e mi sembra di sentirli, i miei, a 20 anni di distanza, belli pimpanti
di paura:
“Ma perchรฉ, Due, ci vieni a scocciare con i
tuoi Erasmus e i tuoi progetti bislacchi di trasferta, pendolarismo, esotismo,
sparvierismo? Non puoi darti una calmata e fare l’universitina locale che
vogliono fare tutti i tuoi compagnetti e poi vestirti di rosso, accettare il
bouquettino di rose rosse, accettare il lavorino in paese, pagare ogni mese
l’affittino a due isolatini da noi? E il maritino locale e la vacanzina legale
e l’esistenzietta stanzetta, cosรฌ piccola che fa schifo pure al virus.
Era stato
facile togliere l’incomodo ai miei. Partire. Svolazzare. Con la connivenza di
compagnie aeree sprovviste di medici laser. Ma come faro’ a smettere di
scomodare questa societร intera? Adesso che a due isolatini dai miei, per
giunta, si rischia la pelle piรน che a Cittร del Capo?
Si accettano suggerimenti.
Commenti
Posta un commento
Grazie per il tuo commento!