Droni da Giardino


Sono giornate meravigliose. Madre Natura pensa sempre a noi (Grande Puffo conferma). Sa che il confino è duro, e ci ha dato un sole profumato di polline e un’aria quasi estiva per giocarci al meglio qualunque metro quadro di prato posseduto o squattato nel raggio di un chilometro attorno a casa nostra. Chilometro che scrivo intero. E sembra più lungo scritto sul foglio che camminato dalla porta di casa in poi.

Ma ci sta andando bene. Tanto bene, che mio marito Tre ha preso la palla al balzo, ha scrutato il cielo e ha intimato con voce da vate: "Vammi a comprare due kg di pollo” (kg che scrivo abbreviati nella speranza di diminuire il loro impatto calorico). 

Io ho capito subito dove voleva arrivare. Ormai lo conosco da un certo numero di anni (che non scrivo proprio, né abbreviati né estesi, che tanto il tempo di un amore come lo scrivi scrivi, è sempre tutta un’esistenza).

Insomma, ho preso la carta di credito contactless, che consigliano dall’inizio del confino per toccare il meno possibile i contaminatissimi tasti del bancomat, e ho messo le espadrillas da bella stagione a strisce bianche e blu. Proprio sulla porta Tre mi ha fermata, mi sono voltata come se fossi all’uscita di un saloon, e lui mi ha detto truce: “E anche un kg di merguez”.

Mi è sempre piaciuto il mio macellaio hallal. Lasciamo stare che è un vecchietto adorabile, arabo, adorárabo, caloroso, umano, e che non si è fatto piegare nemmeno dai gesti barriera – che hanno dato invece a moltissimi altri francesi il pretesto agognato per sbandierare senza remore residue la loro proverbiale stronzaggine. Poi sono ancora più contenta quando ci vado per procacciarmi il necessario per un bel barbecue. Perché è questo, quello che c’ha in mente Tre.

Lui lo sa, il macellaio dico, quando mi sente chiedere merguez e pollo, e gioisce con me per il nostro imminente pranzetto, mi nasconde il limone e il coriandolo gratis in mezzo ai petti di pollo, mi chiede notizie di Tre, cose così. Io so che intanto Tre sta accendendo il fuoco nel braciere, caro amore mio, affumicata vestale in peplogrembiule che sacrifica al dio del piacere mangereccio. E’ una versione primaverile del Natale. Sia Lode al primo Barbecue della stagione!

Ma questa volta no. Ogni Natale ha il suo cazzo di Erode infanticida, non è vero? Il clima del confino riesce a rovinare anche la nostra piccola refezione cultuale. Infatti torno e sì, i rami secchi crepitano sotto la griglia annerita, sì il fumo rivela i percorsi rettilinei dei raggi di sole fra i rami della betulla, e Oli è entusiasta d’aver acceso il fuoco con papà...

Ma papà ha un muso lunghissimo (fa pensare al chilometro di cui sopra). Papà ha appena visto un drone avvicinarsi di colpo non appena il fumo si è levato dal suo barbecue. Proprio sopra la sua testa, e del bambino. Papà non si sente più tanto stupido a temere di essere già in una società di controllo, di dittatura, di smembramento metodico di ogni libertà o comportamento anticonvenzionale, in accelerazione vertiginosa grazie all’emergenza coronavirus.

Abbiamo pensato davvero che non avremmo dovuto pagare niente per tutte quelle telefonate e quei messaggi gratis? Quei Viber, Quei Wazzup, quei video pesantissimi mandati a tutti...Che non volesse dire niente poter pagare i nostri soldi senza codice? E pensiamo davvero che Facebook Amazon Google Zalando Asos Compramiononno.com non abbiano fatto niente di tutti i dati che con estrema, quasi idiota esaurienza, abbiamo loro volontariamente offerto in sacrificio? 
Droni ronzanti e rotanti a picco sul nostro braciere da barbecue appena si alza il fumo.
A Jim Carrey in Truman Show gli ci era voluto molto meno per annusare il complotto.

La cosa più dura da digerire è che se lo raccontassimo a un vicino, non si scomporrebbe: “È per la nostra sicurezza”, sentenzierebbe soddisfatto, non accorgendosi nemmeno che noi lo guardiamo cercando il pulsante che riformatta il suo hard disk. 

Certo, per la nostra sicurezza. Infatti non era un drone che setacciava i dintorni per verificare che gli onesti cittadini restassero onestamente tappati i  casa, no... Era Confìnolo. Gemello di Covìdolo. Uno dei sette Droni da giardino che Macron ci ha mandato a tenerci compagnia. Gli altri sono: Amuchinolo, Istero, Multolo, Iorestoacásolo, e il più temibile di tutti, Paranóiolo.


I Sette Droni impegnano Biancaneve durante il confino.

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